eCommerce e Cashback: il contante è destinato a sparire

eCommerce e Cashback: il contante è destinato a sparire

10/10/2022

Con la crescita dell’eCommerce e gli incentivi statali di Cashback il contante è destinato a sparire? Un recente studio di Eurispes rileva che 8 italiani su 10 fanno uso di eCommerce per i loro acquisti. Dall’indagine emerge che il 77,2% degli italiani fa shopping online:

  • 29,2% qualche volta
  • 24,6% raramente
  • 15% frequentemente
  • 8,4% è abitudine

La percentuale di chi non fa eCommerce oscilla dal 7-8% nella fascia d’età dei 18-34enni al 12,2% dei 25-44enni, fino al 20,9% 45-64 anni, per poi compiere un balzo al 44% per gli over 65. Inoltre, nelle isole il 34,1% non compra mai in rete e analogamente il 27,2% di chi risiede nel sud Italia.

I vari lock-down hanno probabilmente contribuito ad aumentare la fiducia negli acquisti on-line. I dati qui sopra riportati segnalano che in un prossimo futuro i volumi dell’eCommerce sono ulteriormente destinati a crescere, anche in virtù degli “effetti collaterali” provocati dall’attuale situazione politico-economica oltre che dalle scelte governative.

Comprare on-line può significare “risparmio”. Risparmio di tempo e anche risparmio economico (non mi devo spostare, il bene mi arriva a casa, nel web trovo tante “occasioni”).

Del resto, chi comanda questo Stato, e forse all’interno di un progetto sovranazionale, ha comunicato e dato prova dell’intenzione di voler trasferire il 100% degli scambi economici e finanziari nel solo mondo digitale.

Secondo le indicazioni del recente studio presentato da The European House Ambrosetti, l’Italia resta un Paese dove l’utilizzo del denaro contante è ancora molto forte. Attualmente l’Italia si trova al 24° posto su 27 Paesi UE per uso di contante, piazzandosi davanti solamente a Romania e Bulgaria.

Il Cashback di Stato e la lotteria degli scontrini vogliono andare in quella direzione, ossia sono misure pensate per aumentare il numero delle transazioni fiscalmente tracciabili (misure di scarso successo al momento).  Si aggiunga poi la continua decrescita del valore massimo di cash trasferibile all’interno di una compravendita o di quello depositabile in banca.

Da quel che mi è dato sapere, una gran parte degli albergatori, negli ultimi anni ha visto incrementare il numero delle prenotazioni on-line.  Una ricaduta positiva soprattutto per i movimenti registrati nel proprio booking engine, a prescindere dal tipo e dalla misura degli investimenti fatti nel web in termini di disintermediazione.

Quindi, in un Stato dove l’inflazione ed i costi, e nello specifico i costi di gestione di una struttura ricettiva,  crescono, dove la pressione fiscale è tra le più alte del mondo e nel quale, contrariamente ad altri paesi “fiscalmente civilizzati” nei quali è possibile scaricare il costo degli acquisti, anche personali, per l’intero valore o quasi,  le spese deducibili sono marginali, si è deciso di fare la guerra al contante.

Imitando Marzullo fatti la domanda: l’abolizione del contante è veramente una misura che vuole portare ad un maggior benessere collettivo?

E datti la/le risposta/e!

Credo che chi mi conosce e o mi segue da un pò sappia già come la penso.

Con simpatia,

Vittorio

p.s.: E’ disponibile nelle maggiori librerie ed on-line il nostro ultimo testo “Strutture ricettive di successo” per chi volesse dargli una letta.  in 150 pagine tocchiamo, trattando la parte tecnica e/o quella relazionale-umana, delle aree più delicate della gestione di una struttura ricettiva.