CORONAVIRUS INFORMAZIONI DI SERVIZIO

CORONAVIRUS INFORMAZIONI DI SERVIZIO

04/04/2020

Da settimane sento una propaganda monodirezionale da parte dei mass media e poi trovo informazioni da chi in questo momento è considerato “eretico” e quindi non trova spazio nel dibattito.  E questo pessimismo e catastrofismo che sento e vedo riguardo al CV19 mi ha spinto ad informarmi un po’ per valutare altri scenari e soprattutto farmi un’idea più precisa di questo esserino, dei suoi effetti e dare una forma alle scelte socio-economiche. Un mio parere su tutto questo l’ho. Ma questo lavoro vuole solo riunire informazioni diverse, per offrire versioni diverse,

La prima domanda che mi son fatto è: CHE RUOLO HA UN VIRUS NELLA MIA VITA?

Purtroppo la prima notizia non è positiva. L’etimo arriva dal latino e significa ‘veleno’.

Ora, già qui si apre un mondo. A seconda delle visioni che uno può avere del mondo, della vita sulla terra e del verso olistico ed energetico dell’universo, l’interpretazione potrebbe cambiare.

La scienza dice che ci sono tre ipotesi (sintetizzo)

A causa della grande diversità tra i virus, i biologi hanno avuto faticato su come classificare queste entità e su come metterle in relazione con l’albero della vita convenzionale. I Virus possono rappresentare elementi genetici che hanno acquisito la capacità di muoversi tra le cellule. Possono rappresentare organismi precedentemente viventi che sono diventati parassiti. Possono essere i precursori della vita come la conosciamo. Le basi dei virus Sappiamo che i virus sono abbastanza diversi. A differenza di tutte le altre entità biologiche, alcuni virus, come il poliovirus, hanno genomi di RNA e alcuni, come l’herpesvirus, hanno genomi del DNA. Inoltre, alcuni virus (come il virus dell’influenza) hanno genomi a singolo filamento, mentre altri (come il vaiolo) hanno genomi a doppio filamento.

E da qui prendo nota del fatto che i virus portano informazioni.

Dato che ho letto vari articoli l’ipotesi che scelgo è la terza, ossia VIRUS FIRST anche se non confermata. Di recente, diversi ricercatori hanno proposto che i virus potrebbero essere stati le prime entità replicanti. Koonin e Martin (2005) hanno ipotizzato l’esistenza di virus in un mondo pre-cellulare come unità autoreplicanti

I virus, quindi, potrebbero esistere prima di batteri, archei o eucarioti a maggior parte dei biologi ora concorda sul fatto che le primissime molecole replicanti erano costituite da RNA, non da DNA. Sappiamo anche che alcune molecole di RNA, ribozimi, presentano proprietà enzimatiche; possono catalizzare reazioni chimiche. Forse, semplici molecole di RNA replicanti, esistenti prima della formazione della prima cellula, hanno sviluppato la capacità di infettare le prime cellule

Purtroppo si parla di infettare (termine negativo) ma potrebbe anche avere un senso positivo, ossia informare. http://shorturl.at/FIQZ2

COSA E’ un VIRUS

Un virus è un’entità biologica con caratteristiche di parassita obbligato, in quanto si replica esclusivamente all’interno delle cellule di altri organismi. I virus possono infettare tutte le forme di vita, dagli animali, alle piante, ai microrganismi (compresi altri agenti infettanti come i batteri) e anche altri virus.

QUANTO E’ GRANDE UN VIRUS

Le cellule procarioti misurano in genere tra 1μm e 10 μm, quelle eucarioti tra 10 e 100 μm (nel caso più frequente tra 20 e 40 μm): le cellule animali e vegetali sono quindi di circa un ordine di grandezza più grandi di quelle dei batteri. I batteri  sono solitamente dell’ordine di pochi micrometri, ma possono variare da circa 0,2 µm dei micoplasmi fino a 30 µm di alcune spirochete. Quindi più piccoli delle cellule umane.

I VIRUS sono la formula più semplice e più piccola in assoluto. Possono essere da 10 a 100 volte più piccoli dei batteri. http://shorturl.at/ezAF0

La “vita di un virus”

Anche batteri e virus si organizzano, si strutturano in gruppi, cooperano tra di loro. E la cooperazione, non è forse comunicazione, linguaggio? Un linguaggio, quello batterico e virale, che parla dentro di noi, fuori di noi, con noi, con i nostri organi, con il sangue, i tessuti, i muscoli, la carne di cui siamo fatti. Appunto, il microcosmo vive in noi e noi in esso.

Gli abitanti del pianeta pelle

Da milioni di anni, la popolosa microflora cutanea è abitata da pacifici acari, miceti, batteri e virus, tra l’altro molto ben conservati nel corso dell’evoluzione, e dunque preziosi sul piano funzionale. Se facessimo un censimento, osserveremmo che in alcuni distretti del corpo umano ci sono fino a dieci volte più batteri che cellule umane. Siamo dunque fatti di microbi?

Soltanto sulla pelle abitano stabilmente oltre mille miliardi di batteri, che sommati agli altri comuni residenti di cute e mucose, come acari, miceti, virus, raggiungono cifre di svariati trilioni. Sulla pelle di una singola persona sana e pulita c’è un numero di batteri di almeno 140 volte il numero totale degli esseri umani che popolano l’intero pianeta Terra.

Il nostro corpo è un ecosistema dissipativo in continuo adattamento, costituito da cellule umane e soprattutto microbiche, che vivono tra loro in perfetta simbiosi, traendo vantaggio reciproco da questa vita in comune. I circa 2 kg di batteri che vivono abitualmente nel tratto intestinale, permettono di digerire il cibo che ingeriamo grazie alla produzione di sostanze utili (enzimi, vitamina K, vitamina B12, aminoacidi essenziali), di neutralizzare i cataboliti tossici per le nostre cellule, e di ottimizzare l’assorbimento delle sostanze nutritive. Sia la cute sia le mucose (del cavo orale, del tratto gastrointestinale, dell’area genitale) sono un immenso giardino zoologico, che resterà abitato per tutta la vita da miliardi di microrganismi.

Se questa preziosa microflora microbica convive da milioni di anni con i rivestimenti interni (mucose) ed esterni (pelle, unghie, penne, peli e capelli) di tutti gli esseri viventi, significa che avrà svolto una funzione biologica importantissima, almeno fino alla metà del XIX secolo (epoca in cui l’uomo moderno, con la “Teoria microbica sull’origine delle malattie”, ha declassato questo prezioso dono della Natura frutto di un’evoluzione certosina, a nemico ostile da cui stare perennemente in guardia).

Ma come avrà fatto l’uomo a sopravvivere centinaia di migliaia di anni senza medici, microscopi e antibiotici?

Ancora oggi, gli esseri viventi non addomesticati dall’uomo continuano a vivere in simbiosi con la Natura, seguendo istruzioni in parte codificate nel loro codice genetico (riflessi innati o incondizionati) e in parte risultato dell’esperienza acquisita nel corso di una vita (riflessi condizionati o imprinting), seguendo gli schemi comportamentali dei contesti sociali in cui vivono. Essi riescono a vivere e a procreare senza l’aiuto dei rimedi chimici creati dall’uomo negli ultimi 80 anni e paradossalmente si ammalano molto meno rispetto a noi, con un’aspettativa di sopravvivenza (cosiddetta età media) rimasta immutata nel corso della Storia. http://shorturl.at/imOSV

Ritornando ai nostri inquilini microscopici, è importante ricordare che, senza di essi, molti importanti processi biochimici non potrebbero aver luogo, e probabilmente ci saremmo adattati con non poche difficoltà alla grande conquista evoluzionistica delle terre emerse. Staremmo probabilmente ancora nuotando nell’acqua degli oceani primordiali in attesa di tempi migliori per conquistare un ambiente terrestre così insolito e insidioso.

Interessante anche notare che un periodo della storia della terra sia stato chiamato ARCHEANO. L’Archeano (dal greco antico αρχή, arkhē, ‘inizio’, ‘origine’) è il secondo eone della suddivisione del tempo geologico del Precambriano. I suoi limiti temporali si pongono tra 4 miliardi e 2,5 miliardi di anni fa. È successivo all’eone Adeano ed è seguito dall’eone Proterozoico.

Anche se si conoscono rocce affiorate più antiche, le più vecchie formazioni rocciose esposte sulla superficie della Terra sono archeane o poco più antiche. Rocce archeane conosciute sono state trovate in Groenlandia, in Canada, in Australia nordoccidentale e in Sudafrica. L’Archeano, al pari dell’Adeano, appartiene alla unità geocronologica informale denominata Tempo Precambriano

Periodo in cui l’impatto astereoidale sul pianeta che si stava ancora formando era molto intenso. In frammenti di asteroidi contenenti ribosio si certifica la presenza di zucchero nello spazio. Il Ribosio è un componente importante del RNA (e guarda caso i virus sono nella maggior parte dei casi RNA) http://shorturl.at/delBZ

Una parte di virus presenti sulla terra hanno preso il nome di ARCHEA, un caso?

Ad ogni modo, credo sia ingiusto chiamarlo veleno.  Noi siamo qui anche grazie ai virus.

  I virus: l’ “anello di collegamento” fra gli esseri inanimati e quelli viventi

Fino a qualche decennio fa si riteneva che il mondo degli esseri inanimati e quello degli esseri viventi fossero nettamente distinti. Ma grazie a strumenti e a metodi di indagine scientifica perfezionati si è scoperto che non è così. Vi sono, infatti, organismi, chiamati virus, che hanno sia caratteristiche degli esseri inanimati sia caratteristiche degli esseri viventi. I virus sono delle pure e semplici informazioni genetiche avvolte in un involucro proteico. Essi possono avere delle strutture esterne ed una membrana. Sono parassiti intracellulari obbligati, cioè necessitano di una cellula ospite per potersi riprodurre

Nel ciclo vitale, un virus infetta una cellula, permettendo che l’informazione genetica virale diriga la sintesi di nuove particelle virali da parte della cellula. Vi sono molti tipi di virus: quelli che infettano l’uomo includono il polio, influenza, herpes, vaiolo, varicella, e il virus dell’ immunodeficienza umana (HIV) che causa l’ AIDS.

Per periodi di tempo anche molto lunghi i virus possono conservare tutte le caratteristiche degli esseri inanimati: sono completamente inerti e, in certi casi, si presentano addirittura sotto forma di cristalli, come gran parte delle sostanze chimiche non viventi.

Tra le caratteristiche degli esseri viventi, i virus ne hanno una sola: la capacità di riprodursi. Tuttavia, essi possono riprodursi soltanto all’interno di cellule di altri organismi.

Ma cambiando prospettiva, io dico che potrebbe essere ingiusto chiamarli parassiti. Essi sono portatori di informazioni. E grazie all’acquisizione di queste informazioni, come nella teoria di Darwin, noi evolviamo, cambiamo o sopperiamo. Facile. Quindi io dico grazie ai virus.

I virus sono tanti e nel nostro genoma portiamo informazioni antiche che sono la somma di ciò che è successo da 2,5 miliardi di anni fa ad oggi

Stando ad alcune stime, solo negli oceani vi sarebbe una quantità di virus tale che per essere rappresentata occorre scrivere un 10 seguito da 30 numeri zero: i virus che vivono sulla superficie dei mari possono essere indirettamente “catturati” dai venti e trasportati a migliaia di chilometri di distanza. Tutto ciò avviene nella troposfera, ossia lo strato di atmosfera più vicino al suolo.

Stando a uno studio del servizio forestale degli Stati Uniti, sembra che ogni anno su ogni metro quadrato di superficie terrestre non coperta dai mari “cadrebbero dal cielo”, come minimo, 1.000 miliardi di virus. Uno degli autori dello studio, Curtis Suttle, microbiologo (University of British Columbia, Canada), spiega che «considerando l’intera superficie terrestre, mari compresi, ogni giorno piovono 800 milioni di virus su ogni metro quadrato del pianeta»: estrapolando e senza entrare nel dettaglio delle stime, per Suttle ogni persona è quotidianamente “colpita” da almeno 25 virus. http://shorturl.at/vMOQ2

Per cui, pensiamo veramente che il problema sia il CV19?

 

In Brasile è stato appena scoperto un nuovo virus, lo YARA  http://shorturl.at/iqvCY

In Cina un nuovo caso di HANTAVIRUS http://shorturl.at/eiGJQ

Per cui, ripeto, pensiamo veramente che il problema sia il CV19?  Per quanto possiamo convivere con la paura?

Come avviene la trasmissione – Il “salto” di specie

Spesso questi ceppi virali si selezionano e vivono all’interno di varie specie animali, senza contaminare l’uomo. Tuttavia in alcuni casi possono comparire nuovi virus che, precedentemente circolanti solo nel mondo animale, ad un certo momento subiscono una mutazione e diventano patogeni anche per la nostra specie.

È un fenomeno ben noto (chiamato spill-over o salto di specie) e si pensa che possa essere alla base anche dell’origine di quest’ultimo coronavirus proveniente dalla Cina. Al momento la comunità scientifica sta ancora cercando di identificare con sicurezza la fonte dell’infezione: si parla di pipistrelli, di serpenti ed anche di una specie di pangolino.

Fatto sta che sembrerebbe che i primi focolai si siano sviluppati nel grande mercato del bestiame della città di Wuhan, capoluogo e città più popolosa della provincia di Hubei, alla confluenza del Fiume Azzurro e del fiume Han (e quindi in un punto geograficamente già predisposto alla diffusione ed agli scambi).

Evento previsto anni fa, seguendo i cacciatori di virus

Questo fatto che oggi sta allarmando l’opinione pubblica mondiale e che viene dipinto come uno sfortunato evento eccezionale, in realtà era stato ampiamente previsto, con impressionante precisione e dovizia di particolari, sin dal 2012 dal giornalista e divulgatore scientifico David Quammen, collaboratore del National Geographic.

Infatti nel suo libro “Spillover”, ora pubblicato anche in italiano da Adelphi, Quammen aveva previsto tutto, compreso il fatto che la “prossima pandemia” sarebbe partita da un mercato del sud della Cina. Ma Quammen non è un indovino: è solo un abile cronista che ha indagato con straordinaria efficacia tra gli squilibri a cui abbiamo costretto il pianeta Terra, dedicandosi in particolare al lavoro, spesso oscuro, dei “cacciatori di virus”.

L’uomo come “ospite perfetto”

Un nuovo efficace equilibrio tra gli squilibri causati dall’Uomo, che stermina direttamente o indirettamente intere popolazioni di virus e che di fatto li obbliga a cercare freneticamente nuove possibilità di sopravvivenza tra le alterazioni degli ecosistemi indotte dall’azione antropogenica!

Ovvero il virus fa ciò che fa per necessità di sopravvivenza. E la scelta della specie umana come nuovo ospite è quasi ovvia: è un mammifero (ideale portatore), appartenente alla specie più popolosa e diffusa del Pianeta (che tra l’altro mangia altri animali di diverse specie), si muove molto e ovunque (e quindi facilita la diffusione del virus) ed è a stretto contatto con molte specie animali sia domestiche sia selvatiche, anche a causa della distruzione e trasformazione degli habitat.

Insomma gli spillover o salti di specie di patogeni ci sono sempre stati e continueranno ad esserci. Non tutti diventeranno per fortuna pandemie, ma ancora una volta, la loro letalità potenziale e la loro velocità di diffusione non saranno frutto del caso.  http://shorturl.at/iuwDL

Prendiamo un esempio. LA RABBIA

Non esiste una vera e propria cura contro la rabbia, la malattia ha però un vaccino da somministrare almeno 21 giorni prima del rischio di entrare in contatto con mammiferi infetti

Conoscete qualcuno che va a farsi una gita sui colli o in montagna e si fa un’iniezione di vaccino contro la rabbia? Oppure chi va in paesi in cui è alto il tasso di randagismo  tipo alcuni paesi dell’Africa e del Sud America, ma anche in diverse parti d’italia, senza andar lontano.  Ma allora perché nessuno ha la fobia della RABBIA?

Perdita di biodiversità si traduce in aumento delle trasmissioni

Un recente report del WWF mostra come la perdita d’habitat delle diverse specie animali sia strettamente correlata all’aumento delle malattie zoonotiche.
La continua deforestazione e frammentazione degli habitat, la manipolazione e il commercio di animali selvatici, così come l’aumento di realtà urbane a ridosso degli ambienti naturali favorisce il contatto tra l’uomo e gli animali.
Gli ecosistemi naturali sono stati fortemente modificati dagli esseri umani, come denuncia il WWF, il 75% dell’ambiente terrestre e circa il 66% di quello marino hanno subito modificazioni nel corso degli anni. Questi significativi cambiamenti potrebbero aver comportato l’aumento dei siti di riproduzione dei vettori delle malattie, la perdita di specie predatrici e la diffusione amplificata degli ospiti serbatoio, i trasferimenti di patogeni tra le diverse specie, i cambiamenti genetici indotti dall’uomo di vettori di malattie o agenti patogeni e la contaminazione ambientale con agenti di malattie infettive.

Untori sì, ma innocenti

Il 75% delle malattie umane conosciute deriva dagli animali e il 60% di queste da animali selvatici. Il commercio legale ed illegale e il contatto con parti di animali espone l’uomo al contatto con l’agente zoonotico di cui l’animale può essere ospite. In diverse realtà asiatiche ed africane ad esempio, il commercio di animali venduti vivi e macellati in loco non fa altro che amplificare la possibilità di contrarre virus e batteri.
La frammentazione degli habitat invece, costringe gli animali selvatici a spostamenti tra le piccole aree naturali rimaste, solitamente intervallate da paesi o vere e proprie città, aumentando quindi la possibilità di contatto con l’uomo. Le comunità animali, inizialmente distribuite su ampie aree naturali, si ritrovano a dover convivere, ad elevate densità in alcuni casi, in territori ridotti favorendo lo scambio di virus, batteri e patogeni tra le diverse specie, che possono essere poi veicolati all’uomo.  http://shorturl.at/ntNO6

Detto che cosa è un virus e come arriva a noi, vediamo cosa succede se ci infetta.

CARICA VIRALE

Come per qualsiasi altro veleno, i virus sono di solito più pericolosi in quantità maggiori. Piccole esposizioni iniziali tendono a portare a infezioni lievi o asintomatiche, mentre dosi più grandi possono essere letali” spiegano i due studiosi, aggiungendo che “non tutte le esposizioni al coronavirus sono uguali”. “Entrare in un edificio per uffici in cui è stato qualcuno infetto, non è pericoloso come stare seduto accanto a quella persona infetta per un’ora sul treno. Questo può sembrare evidente, ma molte persone non fanno questa distinzione. Dobbiamo concentrarci maggiormente sull’evitare le infezioni con grandi cariche virali“, poiché “la carica virale influisce sulla gravità della malattia”, affermano.

Da qui, l’importanza del distanziamento sociale e delle misure di igiene. “Le persone dovrebbero fare molta attenzione alle esposizioni ad alte cariche virali, che hanno maggiori probabilità di verificarsi durante le interazioni ravvicinate con una persona infetta, come ad esempio durante gli incontri per un caffè, i bar affollati o quando si visita la nonna nella sua stanza o ci si tocca il viso dopo essere stato in contatto con grandi quantità di virus. Le interazioni con le persone infette sono più pericolose al chiuso e a distanza ravvicinata e la dose aumenta con il tempo di esposizione. Per le interazioni rapide, che non rispettano la regola di mantenere 2 metri di distanza, come quando si paga una cassiera al supermercato, dovrebbero essere brevi e si dovrebbe cercare di rimanere sotto i 2 metri per soli sei secondi“.

“Allo stesso tempo – sostengono i due ricercatori – dobbiamo evitare reazioni di panico esagerate alle esposizioni a basse dosi. Gli indumenti e gli imballaggi per alimenti che sono stati esposti a una persona infetta sembrano presentare un rischio basso. Le persone sane che stanno insieme in un supermercato o in ufficio corrono un rischio tollerabile, purché prendano precauzioni come indossare maschere chirurgiche e prendere le distanze dalle persone”.  http://shorturl.at/jnCX5

Come è  CLASSIFICATO IL CORONAVIRUS su una scala da 1 a 4 dal ISS
Classificazione gruppo di rischio covid

Quindi, essendo il CORONA VIRUS della famiglia MERS e SARS ha un ritenuto basso o moderato rischio collettivo

NUMERI ALLA MANO, COSA COMPORTA IL CV19

I consulenti scientifici del governo britannico ritengono che le probabilità di morire per un’infezione da coronavirus siano comprese tra lo 0,5% e l’1%.

Questo è inferiore al tasso di mortalità tra i casi confermati – che è del 4% a livello globale nelle cifre dell’OMS e del 5% nel Regno Unito al 23 marzo – perché non tutte le infezioni sono confermate dai test.

Ogni paese ha il suo modo di decidere chi viene sottoposto al test, quindi anche confrontare il numero di casi o il tasso di mortalità apparente tra i vari paesi può essere fuorviante.  I tassi di mortalità dipendono anche da una serie di fattori come l’età e la salute generale e dalle cure a cui puoi accedere
Grafico morti per età

Interessante poi notare che in UK riportano queste come le principali cause di morte di pazienti con CV19
Grafico morti per malattie

Difatti un medico del Rizzoli di Bologna rilascia questa intervista.

Una buona notizia sul Coronavirus, forse risolutiva, che ha fondamenta scientifiche ed è diffusa da un medico autorevole del Rizzoli di Bologna, Sandro Giannini. Il suo è un curriculum molto qualificato: Professore ordinario di Ortopedia e Traumatologia e di Medicina Fisica presso l’Università di Bologna dal 1989, direttore della Clinica I presso l’Istituto Ortopedico Rizzoli e del Laboratorio di Gait Analysis, partner in progetti europei e in programmi di ricerca nazionali e internazionali, autore di più di 600 presentazioni a congressi nazionali ed internazionali e più di 400 articoli in riviste Science Citation Index. Il suo messaggio dà grande speranza. Leggiamolo:

“Non vorrei sembrarvi eccessivo ma credo di aver dimostrato la causa della letalità del coronavirus. Solo al Beato Matteo ci sono 2 cardiologi che girano su 150 letti a fare ecocardio con enorme fatica e uno sono io. Fatica terribile! Però, di quello che alcuni supponevano, ma non ne riuscivano a essere sicuri, ora abbiamo i primi dati. La gente va in rianimazione per tromboembolia venosa generalizzata, soprattutto polmonare. Se così fosse, non servono a niente le rianimazioni e le intubazioni perché innanzitutto devi sciogliere, anzi prevenire queste tromboembolie. Se ventili un polmone dove il sangue non arriva, non serve! Infatti muoiono 9 su 10. Perche il problema è cardiovascolare, non respiratorio! Sono le microtrombosi venose, non la polmonite a determinare la fatalità!

E perché si formano trombi? Perche l’infiammazione come da testo scolastico, induce trombosi attraverso un meccanismo fisiopatologico complesso ma ben noto. Allora? Contrariamente a quello che la letteratura scientifica, soprattutto cinese, diceva fino a metà marzo era che non bisognava usare antinfiammatori. Ora in Italia si usano antinfiammatori e antibiotici (come nelle influenze) e il numero dei ricoverati crolla. Molti morti, anche di 40 anni, avevano una storia di febbre alta per 10-15 giorni non curata adeguatamente. Qui l’infiammazione ha distrutto tutto e preparato il terreno alla formazione dei trombi.  Perche il problema principale non è il virus, ma la reazione immunitaria che distrugge le cellule dove il virus entra. Infatti nei nostri reparti COVID non sono mai entrati malati di artrite reumatoide! Perche fanno il cortisone, un potente antinfiammatorio!

Pertanto, in Italia ospedalizzazioni si riducono e sta diventando una malattia che si cura a casa. Curandola bene a casa eviti non solo ospedalizzazione, ma anche il rischio trombotico.  Non era facile capirlo perché i segni della microembolia sono sfumati, anche all’ecocardio. Ma questo week end ho confrontato i dati dei primi 50 pazienti tra chi respira male e chi no e la situazione è apparsa molto chiara. Per me si può tornare a giocare e riaprire l’attività commerciali. Via la quarantena. Non subito. Ma il tempo di pubblicare questi dati. Vaccino può arrivare con calma.

(riporto per evenienze future un articolo di Burioni di qualche giorno fa in cui smentiva l’efficacia di antinfiammatori  http://shorturl.at/auwF3  ) 

Riporto anche, per contro un altro articolo in cui si evince che l’eparina funziona  http://shorturl.at/aQWZ5

I dati della WHO sono di conforto. Nel 88% dei casi le persone hanno avuto febbre, e solo nel 19% fatica a respirare. Nell’81% dei casi viene considerata di mite intensità.  http://shorturl.at/mpEG0

Studio sulle infezioni

e le percentuali per tipo di sintomo

Statistiche sintomi

Capitolo TAMPONI

Probabilmente tra il 70% e l’80% dei positivi sono falsi positivi. Nella maggioranza chi è positivo non ha sintomi. Si rischia di trasformare in malati chi è sano. Le persone depresse reagiscono molto meno alle patologie. Se poi si è impossibilitati ad uscire non si prende sole e non si metabolizza la vitamina D, che agisce sul sistema immunitario. Il messaggio dovrebbe essere il contrario. Uscite, state al sole. Fate sport (Stefano Montanari)

Mi chiedo allora come mai abbiamo dati così diversi rispetto ad altri paesi riguardo le morti. AD oggi (13 aprile) da sito CORRIERE.IT la mappa è la seguente
Mappa dei contagi

Un dato da considerare è che i 114331 morti rispetto ai contagiati pesa per lo 0,6% e l’ITALIA ha il 12% (ma siamo sicuri siano tutte morti da CV come unica patologia?)

Percentuali morti

Come mai l’Austria, che è stata tra le ultime nazioni a praticare il lock-down ed è stata indicata come untore perché ha lasciato le piste da sci aperte così come la possibilità di far feste fin quasi alla metà di marzo ha solo il 2,5% di morti??

Altra cosa strana è la pratica dell’autopsia

Tuttavia, in Italia sul sito online della Protezione Civile è specificato a chiare lettere alla data del 10 aprile 2020:

«I deceduti sono 18.849, ma questo numero potrà essere confermato solo dopo che l’Istituto Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva del decesso.

Strano. Il ministero della Salute con una circolare ha vietato le autopsie ai deceduti positivi al nuovo coronavirus. Lo ha stabilito d’ufficio Claudio D’Amario, direttore generale della prevenzione sanitaria:

«Per l’intero periodo della fase emergenziale non si dovrebbe procedere all’esecuzione di autopsie o riscontri diagnostici nei casi conclamati di COVID-19, sia se deceduti in corso di ricovero presso un reparto ospedaliero sia se deceduti presso il proprio domicilio. L’Autorità Giudiziaria potrà valutare, nella propria autonomia, la possibilità di limitare l’accertamento alla sola ispezione esterna del cadavere in tutti i casi in cui l’autopsia non sia strettamente necessaria. Analogamente le Direzioni sanitarie di ciascuna regione daranno indicazioni finalizzate a limitare l’esecuzione dei riscontri diagnostici ai soli casi volti alla diagnosi di causa del decesso, limitando allo stretto necessario quelli da eseguire per motivi di studio e approfondimento».

Anche il capo della Procura della Repubblica di Milano ha vietato le autopsie. «Fino alla fine dell’emergenza sanitaria legata al coronavirus non saranno più fatte autopsie o meglio saranno eseguite “solo quelle indispensabili». Lo comunica il procuratore di Milano Francesco Greco in una circolare interna nella quale motiva la decisione con “ragioni di sicurezza” e perché il luogo in cui andrebbero svolte, ossia l’ospedale cittadino Sacco, risulta “già oberato” da un virus che ha colpito in particolar modo la Lombardia. La decisione, spiega il procuratore all’Adnkronos, è stata «presa da qualche giorno su richiesta dell’istituto di Medicina legale. Saranno fatte solo le autopsie indispensabili», laddove ci sia ad esempio il sospetto di un omicidio, in ogni caso “eventuali eccezioni saranno valutate dai procuratori aggiunti”, precisa. “Altrimenti si procederà solo all’esame da parte dei medici”, quella che in gergo si chiama autopsia sanitaria, quindi la salma verrà affidata ai familiari.

Ma se non si procede con l’esame autoptico del cadavere è scientificamente impossibile stabilire la causa di morte. Ne consegue che a rigor di logica, le autorità italiane stanno mentendo spudoratamente? http://shorturl.at/bDGU2

CAPITOLO ASINTOMATICI

Secondo alcuni studi sembra che gli asintomatici siano tra il 50% e il 75%

Il che, a mio modesto parere è un valore basso in quanto, se il CV19 avesse veramente tutta questa forza nel contagio, essendo in Italia da fine 2019, noi avremmo, nonostante la quarantena un numero decisamente superiore di contagiati.  http://shorturl.at/exMP1

Infatti mentre l’ITALIA come altre nazioni dichiara numeri alti, AUSTRIA e GERMANIA sono ad un “misero” 2,3 di morti. Come mai?

 I tamponi di Vo’
Dai tamponi per la ricerca del Covid-19 eseguiti su tutti gli abitanti del paese veneto Vo’, uno dei comuni italiani più colpiti, è emerso che il 60 per cento delle persone risultate positive non presentava alcun sintomo.

La percentuale è inferiore a quella riscontrata in Cina, ma per Shaman non si discosta poi tanto.

Il 19 per cento di chi si ammala si aggrava, in genere sviluppando polmonite. Il tasso di letalità varia a seconda di una serie di fattori come l’età media della popolazione, lo stato del sistema sanitario o in funzione della quantità di casi lievi individuati e contati. In uno studio pubblicato il 19 marzo 2020 su Nature Medicine è stato calcolato che a Wuhan è morto l’1,4 per cento dei pazienti sintomatici.

Ora, detto quanto sopra cerco di capire se la quarantena e le attuali misure siano efficaci o necessarie.

Se siamo 60 milioni. Se il 50% e il 75% è asintomatico significa che potenzialmente tra i 30 e 45 milioni di italiani non avranno sintomi. Nell’ 88% dei casi si ha una febbre. E quindi tra i 13,2 e i 26,4 milioni di persone in Italia potrebbero sperimentare febbre. La complicanza con polmonite (ammesso sia questa la vera ragione della complicanza) comporterebbe un totale malati tra i 2,85 e i 5,7 milioni.

Nell’intera stagione influenzale 2018-2019, il 13,6% della popolazione italiana ha avuto una ILI, per un totale di circa 8.072.000 casi. La stagione 2018-19 è stata caratterizzata da una predominanza dei virus influenzali di tipo A con la co-circolazione dei sottotipi A(H1N1) pdm09 e A(H3N2) (Figura 3B). In particolare, 6.392 tamponi (99,9%) sono risultati positivi ai virus di tipo A e 9 (0,1%) a quelli di tipo B. 205 i deceduti.  http://shorturl.at/cfqB7

La polmonite in Italia fa molti più morti di 2019-nCoV (Coronavirus)

In Italia (solo) nel 2017 i morti per polmonite sono stati 13.471 (fonte: Istat, ‘Mortalità per territorio di residenza: causa ed età’), che equivalgono a 1.122 morti al mese.  Se rapportiamo i morti per polmonite in Italia nel 2017, ai morti per 2019-nCoV da quando il caso è esploso, verifichiamo che i morti per polmonite (solo in Italia) sono quasi di 3 volte superiori al numero di morti per coronavirus in tutto il mondo.

Se invece contiamo il numero di morti causati dalle ‘malattie croniche delle basse vie respiratorie’, allora i morti (solo in Italia nel 2017) sono 25.823, ovvero 2.152 morti al mese di cui mai si parla.  http://shorturl.at/givDW

Il numero dei morti nel primo trimestre 2018 era di 184991 e nel 2019 di 185967

Ad oggi 14 aprile siamo, secondo ITALIA ORA.org (https://www.italiaora.org/chi-siamo/ ) abbiamo 193156 morti. Considerando che abbiamo 14 giorni in più rispetto ai dati di comparazione 2018 e 2019

Innanzi tutto, se inizialmente si era detto che il CV19 colpiva la popolazione più anziana si è poi visto che in effetti colpisce anche persone più giovani.

Alcune cause possono essere (se, come nell’articolo sopra, si trattasse di trombosi):

Fattori di Rischio per la Formazione di Trombi

Se la triade di Virchow riassume le principali cause della formazione di trombi, è ragionevole pensare che qualsiasi fattore – di natura patologica e non – che predisponga e/o provochi danni endoteliali, alterazioni del flusso ematico e/o ipercoagulabilità possa favorire, di conseguenza, lo sviluppo di coaguli a livello intravasale e intracardiaco. Fra questi fattori, ricordiamo:

Quelli sopra elencati sono solo alcuni dei possibili fattori di rischio per la formazione di un trombo. Anche in questo caso, informazioni più dettagliate sono riportate nell’articolo dedicato alla triade di Virchow.   http://shorturl.at/npvW7

Non ci dimentichiamo poi che anche un nanopatologo quale Stefano Montanari, (laureato in Farmacia nel 1972 con una tesi in Microchimica, ha cominciato fin dai tempi dell’università ad occuparsi di ricerca applicata al campo della medicina. Autore di diversi brevetti nel campo della cardiochirurgia, della chirurgia vascolare, della pneumologia e progettista di sistemi ed apparecchiature per l’elettrofisiologia, ha eseguito consulenze scientifiche per varie aziende, dirigendo, tra l’altro, un progetto per la realizzazione di una valvola cardiaca biologica. Dal 2004 ha la direzione scientifica del laboratorio Nanodiagnostics di Modena) ha fatto notare che tutti abbiamo sui bronchi un piccolo strato di muco che avviluppa, blocca polveri, virus e batteri, che verranno poi espulsi. Il fumatore ha uno strato di muco più spesso e le ciglia vibratili non ce la fanno a buttar fuori gli invasori, anzi vengono quasi bloccate. Pertanto i morti ritenuti sani forse qualche patologia non facilmente diagnosticabile l’avrebbero potuta avere. (vale anche fumo da sigaretta elettronica)

Un normale raffreddore è spesso dato da un corona virus Montanari ricorda poi che Il guanto impedisce alle nostre difese immunitarie autoctone di agire e che, come diceva il suo professore, Luigi Di Bella, una influenza curata dura 7 giorni, non curata dura una settimana.

La mascherina è solo per chi è infetto per evitare di contagiare altri. Usata per proteggersi serve a poco o a nulla. Una cellula è grande qualche millesimo di millimetro, un virus è infinitivamente più piccolo e le nostre cellule son piene di virus  http://shorturl.at/rDITY

CORRELAZIONE AL 5G

Anche se nella stragrande maggioranza di articoli e blog si ritiene una bufala che esista una correlazione tra coronavirus e 5G, io faccio rifermento a due articoli che invece, vanno in direzione contraria.

Giancarlo Spadanuda, ingegnere elettronico specialista in Campi Elettro Magnetici Consulente Tecnico d’Ufficio della Magistratura in più Distretti Giudiziari, in tema di elettrosmog.

“Chiariamo subito che il 4G e il 5G sono sistemi di trasmissione di invisibili radiazioni elettromagnetiche per video, voce e dati – scrive l’ingegnere sul sito Oasi Sana – la loro zona di propagazione viene detta Campo Elettromagnetico (CEM). Il 5G ha una caratteristica fisica (onde millimetriche) che lo distingue dagli altri metodi di trasmissione: ha bisogno di molti piccoli ‘passi’ per poter avanzare nello spazio, ma è pur sempre una radiazione elettromagnetica. Pertanto gli studi sanitari e biologici che si stanno facendo in tutto il mondo sugli effetti negativi sulla salute valgono esattamente sia per il 4G che per il 5G”.

E spiega che a Wuhan sono state istallate per la sperimentazione oltre 30.000 antenne 5G in quasi tutti i luoghi pubblici: stazioni, strade, aeroporti, porti, giardini e parchi, persino nei due nuovi ospedali realizzati a tempo di record. “Per i cinesi c’è una vera e propria mania nell’installare ovunque il 5G: per loro è una
questione di primato mondiale: ci stanno riuscendo ma, a che prezzo?”, dice Spadanuda. 

E cita lo studioso Olle Johansson, uno dei massimi esperti al mondo di CEM (Campi Elettro Magnetici) con all’attivo centinaia di studi scientifici sull’argomento, nello studio dal titolo “I CEM possono agire attraverso l’inibizione della calcineurina per sopprimere l’immunità, aumentando così il rischio di infezione opportunistica. Meccanismi di azione plausibili”. Lo studio scritto con Paul Doyon racconta come la calcineurina sia una proteina che attiva le cellule del sistema immunitario. Nello studio citato si legge: “Frequenti rapporti aneddotici, nonché una serie di studi scientifici, hanno dimostrato che le esposizioni al campo elettromagnetico possono effettivamente produrre lo stesso effetto: un sistema immunitario indebolito che porta ad un aumento delle stesse o opportune infezioni opportunistiche: cioè fungine, virali, batteriche atipiche e infezioni parassitarie”  http://shorturl.at/bmyDK

Ronald Neil Kostoff, nel 1967 laureato all’Università di Princeton in Scienze Aerospaziali e Meccaniche, autore di oltre 200 articoli peer-reviewed (tra cui lavori su Parkinson, Sclerosi Multipla, Alzheimer e SARS), oggi ricercatore affiliato impegnato a monitorare i pericoli delle irradiazioni elettromagnetiche.

fornendo una corposa bibliografia medico-scientifica sugli studi che dimostrano l’impatto negativo dei campi elettromagnetici sul sistema immunitario. Secondo Kostoff, con l’irradiazione permanente e ubiquitaria dell’elettrosmog ci troviamo a vivere nel più grande esperimento medico non etico della storia dell’umanità, considerato che nessuno ha espresso il proprio consenso a far parte di un test planetario condotto a cielo aperto con un vero e proprio bombardamento multi-frequenziale permanente, nonostante da 70 anni continuino a sommarsi prove – puntualmente sottovalutate – anche sulle gravi conseguenze biologiche del wireless.

Parlando di elettrosmog, pandemie e Coronavirus, citando in riferimento bibliografico ben 38 studi internazionali Kostoff dichiara poi come sia ormai comprovato il fatto che il wireless abbassi le naturali difese del sistema immunitario, esponendo le persone – evidentemente già accerchiate da altri agenti ambientali immuno-neurotossici – all’esposizione di virus e malattie. E il Coronavirus, come già successo sempre in Cina con la SARS, non sarebbe altro che l’ennesima riprova della vulnerabilità di un organismo indebolito, anche e soprattutto dalla pericolosa sommatoria di 5G, 4G, 3G, 2G e Wi-Fi. Soluzione? Non servono vaccini (“Svilupparevaccini per qualsiasi virus specifico durante un’epidemia o una pandemia (…) è completamente irrealistico, a causa dei tempi di consegna richiesti per lo sviluppo del vaccino, test di efficacia, credibili test di sicurezza e implementazione a medio e lungo termine  http://shorturl.at/NSU46

ANSIA E PAURA ABBASSANO LE NOSTRE DIFESE IMMUNITARIE

La paura innesca una serie di risposte del nostro organismo che fa aumentare il rischio di ammalarsi. Ecco perché la paura della diffusione in Italia del covid-19 sta creando problemi di ansia nella popolazione con effetti diretti sulla capacità del nostro corpo di difendersi. L’unica arma certa che abbiamo contro il coronavirus è proprio il nostro sistema immunitario.  http://shorturl.at/uwLR8

RISVOLTI ECONOMICI e INTERESSI VARI

Nel 2017 sono stati messi in vendita dei BOND che scommettevano su infezione CORONA VIRUS 2020.  http://shorturl.at/iwJX4

Ora se i bond sono stati emessi dalla Banca Mondiale ( che comprende due istituzioni internazionali: la Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo (BIRS) e l’Agenzia internazionale per lo sviluppo (AIS o IDA), che si sono prefisse l’obiettivo di lottare contro la povertà e organizzare aiuti e finanziamenti agli stati in difficoltà La sede della Banca mondiale è a Washington e il suo presidente è eletto per cinque anni dal consiglio di amministrazione della Banca. La Banca mondiale fa parte delle agenzie specializzate delle Nazioni Unite.) mi vengono delle domande:

  1. Perché farlo?
  2. Se lo si è fatto sapendo che potesse succedere perché non prevenire?
  3. Perché non si usano i fondi della BANCA MONDIALE per pagare i danni economici?

E ora pare che i vaccini diventeranno obbligatori e di conseguenza un business colossale per le case farmaceutiche. Ma vaccinarsi contro un virus che non dà immunità ha senso?  Il virus muta a velocità enorme. Il raffreddore lo prendiamo n volte nel corso della nostra vita.

Per l’H1N1 nel 2015 furono comprate 24 milioni dosi vaccino, buttate 23 milioni http://shorturl.at/wPX57

SI possono contare più morti per infezioni prese in ospedali ca 130/140 al giorno che per altre patologie. (15 maggio 2019 È boom di infezioni ospedaliere in Italia: se nel 2003 si contavano 18.668 decessi, nel 2016 il dato è schizzato a 49.301 del 2016, pari al 30% delle morti per sepsi nell’intera Unione Europea. È quanto emerge dal rapporto Osservasalute, presentato oggi al Gemelli a Roma) ma nessuno ne parla.

BILL GATES sta pensando a capsule microcip per testare chi è infettato e chi no

ID2020. E’ il nome del progetto che potrebbe portare praticamente all’identificazione digitale di ogni persona del pianeta. Per identificazione digitale si intende l’inserimento di un microchip nel corpo umano che contiene tutte le informazioni personali dei cittadini.

Se n’è parlato poco tra i media mainstream, ma ID2020 è arrivato ad una fase piuttosto avanzata. Nel suo sito ufficiale si legge che ID2020 è una sorta di partnership pubblica-privata che vede il coinvolgimento dell’ONU, dei governi nazionali e dei soci fondatori che sono anche i suoi più attivi finanziatori.

I finanziatori di ID2020

Chi ha contribuito in maniera più attiva a questo progetto? Tra i soci fondatori ci sono nomi di massimo rilievo, tra i quali la Microsoft di Bill Gates; la società GAVI, l’alleanza globale per i vaccini e l’immunizzazione, interessata a promuovere l’uso dei vaccini nel mondo, e la famiglia Rockefeller.

Oltre a GAVI, anche il magnate americano Bill Gates ha manifestato un vivo interesse nell’investimento sui vaccini, come è stato già approfondito in un precedente articolo.

Ma cosa c’entra l’immunizzazione con l’identità digitale?

L’identità digitale non solo prevedrebbe la possibilità di racchiudere tutte le informazioni personali dei cittadini in un microchip sottocutaneo, ma allo stesso tempo consentirebbe anche di somministrare i vaccini sotto forma digitale.

Quello dei vaccini è comunque un vero e proprio business miliardario che garantisce enormi margini di rendimento come ha spiegato lo stesso Gates che ne ha guadagnato cifre astronomiche.

Nei tempi della crisi di coronavirus, non è pertanto difficile immaginare che chi arriva per primo a sviluppare un vaccino contro questo agente patogeno possa ricavarne ingenti profitti.  http://shorturl.at/pO169

Pertanto, al di là dei credo personali, dell’esistenza o meno del NOM (nuovo ordine mondiale), di tesi complottistiche e di ipotesi fantascientifiche riguardo speculazioni finanziarie globali, noi siamo in una quarantena che OGGI (potevo capire 10 giorni fa) non ha più senso. E nel frattempo economicamente siamo distrutti.

Credo che se veramente fossimo in una situazione di guerra, come molti van dicendo,  le misure dovrebbero essere ben diverse.  In Trentino, a seguito della riforma sanitaria che comporta la specializzazione ospedaliera, un valligiano a seconda della patologia deve recarsi o  viene trasportato –ambulanza o elicottero – in un ospedale che sta magari a 100 e più km dal dove abita. E suoi famigliare affittano appartamenti o prendono camere in alberghi oppure fanno avanti e indietro con autobus o auto. Se fossimo in guerra e un ospedale fosse saturo, si dovrebbe prendere un elicottero e portare il malato dalla Lombardia alla Calabria (vedere n. letti per terapia intensiva e persone ricoverate http://shorturl.at/ouOR1

Tanto, per quel che è successo, i famigliari comunque non lo possono assistere né vedere.

Spero che questo documento sia di aiuto. Vorrei tanto che la paura che è stata diffusa si riducesse e che, con quanti più strumenti possibili, ognuno si faccia una sua idea di ciò che sta accadendo.  A mio parere:

  1. È stato creato un caso dal nulla
  2. Le attuali forme di gestione della malattia sono inadeguate
  3. Le attuali restrizioni socio-economiche sono avvilenti per la persona e per la sua salute sia fisica sia economico e sociale
  4. Ci sono interessi sovranazionali che vogliono speculare sulla situazione
  5. Portando separazione e paura sarà più facile esercitare il controllo in futuro.
  6. Si deve smettere di demonizzare il CV19. Si devono abbassare i toni e di conseguenza il livello di paura.
  7. Non mi è possibile immaginare un futuro in cui si viva a distanza, dove si sia obbligati ad indossare guanti e mascherine? E non mi riferisco ad un futuro lontano. Basta pensare alle “misure ipotizzate” per le aree turistiche. Ma di che vacanza parliamo? Per dovermi proteggere da cosa?