Profit Management per Strutture Ricettive: #4 Il prodotto

Profit Management per Strutture Ricettive: #4 Il prodotto

01/01/2016

Ecco il quarto articolo del ciclo “Profit Management per strutture ricettive” che ha come tema il prodotto. Il concept aziendale può/deve essere comunicato anche attraverso la struttura nelle sue declinazioni, ossia nel prodotto camera, nel prodotto ristorativo, nel prodotto SPA ecc. Come detto nell’articolo precedente se vi è un “disassamento” tra nome, concept e prodotto, questo salterà subito all’ospite del cliente il quale troverà la struttura poco “armonica”.

Se un hotel di Viareggio si chiamasse Everest e la struttura fosse realizzata in stile “provenzale” il disassamento sarebbe evidente.

Questo disallineamento, probabilmente, lo si ravviserebbe nei vari servizi offerti e all’interno delle varie applicazioni legate alla comunicazione di cui il cliente potrebbe entrare in contatto.

Quale sarebbe la tematizzazione del “breakfast”? Come apparirebbe la lettera di benvenuto (scelta del tipo di carta e colore, logo, font e colore, stile del testo)? Con che nome e con che stile si realizzerebbe un’ipotetica SPA o centro wellness? E il menu del ristorante?

In casi come questo la prima cosa da fare è fermarsi e chiedersi se si è veramente allineati con ciò che si vorrebbe essere e trasmettere ai propri clienti e collaboratori.

Ho conosciuto albergatori che hanno fatto scelte, nel corso degli anni, che li hanno portati oggi ad avere alberghi in stile arlecchino, ossia composti da aree fatte in un certo modo, altre in stile e colori completamente diversi. Ogni sezione dell’hotel sembra un mondo a sé. E inevitabilmente l’area più obsoleta abbassa la qualità anche di quella più recente, soprattutto se dietro non vi è un disegno chiaro e preciso di come riprendere, anno per anno, il cammino del rinnovamento.

Nel momento in cui si decide di intervenire sul prodotto, sarebbe bene aver le idee chiare riguardo a:

  • Stile
  • Materiali
  • Fornitori
  • Costi
  • Ciclo di vita del prodotto
  • Budget
  • Possibilità di adeguamenti futuri

Dello stile abbiamo già detto. Talvolta aver un consulente, o un pool di consulenti che aiutino a mettere a fuoco l’insieme può far risparmiare soldi e dare più certezza di risultato.

La scelta dei materiali, collegata allo stile, può indicare il “presunto ciclo di vita del prodotto”. Arredi minimal, pop art, new pop, urban style, futuristico, moderno e shabby chic potrebbero, a seconda del tipo di albergo e del tipo clientela, avere vita decisamente più breve che non un arredo in stile classico, campagnolo, provenzale, tirolese, nordico, vintage ecc. La scelta dello stile deve considerare anche il concept che l’hotel, la struttura ricettiva, ha sposato.

Inoltre, all’interno di un budget di spesa, oltre a considerare il costo di realizzo/acquisto degli arredi e corredi, si dovrebbe tener conto del numero di anni cui si pensa di poter/voler mantenere quello stile prima che diventi vecchio e perda di appeal agli occhi del cliente. Parimenti, la scelta dei materiali, intesa come qualità, dovrebbe mettere al riparo da arredi che richiedano costanti interventi di riparazioni a seguito del loro “utilizzo” da parte del cliente fruitore e, a seconda dei casi, anche dei collaboratori.

Molti albergatori ritengono che la ristrutturazione di una camera  abbia come logica conseguenza l’innalzamento del prezzo di vendita della stessa. Dato che nella maggior parte dei casi:

  1. Altro non si è fatto se non portare il prodotto camera ad un livello “accettabile ed in linea con delle sane aspettative da parte della clientela” per non essere completamente squalificati dal mercato (oggi giorno molti mobili dell’IKEA, con tutto rispetto per IKEA, sono decisamente migliori degli arredi di tante camere d’albergo). Spesso è proprio il caso di dire che un cliente ha una casa più confortevole del prodotto camera o ristorante che trova in hotel.
  2. Le logiche di mercato non si basano unicamente sull’appeal del prodotto ma sono strettamente collegate alla destinazione, al tipo di clientela che si tende a soddisfare, alla brand reputation ecc.
  3. Che l’intervento fine a sé stesso sposta di poco l’asticella verso un posizionamento della struttura in generale più alto se non accompagnato da un disegno strategico più ampio e da una comunicazione efficace.

credo sia fuori luogo avere tale aspettativa. Aggiungo che proprio per questo motivo le scelte devono essere “equilibrate” per non avere contraccolpi economico in termini di un investimento che potrebbe non esser giustamente ripagato in futuro. Ecco perché un documento di programmazione, che collochi la scelta della ristrutturazione e relativi investimenti in un quadro più generale relativo a ricavi e costi, può render bene la misura di quale possa essere il ROI (return on investment), soprattutto se affiancato a logiche commerciali ed altri investimenti nel visual e nella comunicazione.

Grazie alla collaborazione con diversi architetti, tra cui Barbara Vannucchi, e, su certi progetti, con il team di EKA Hotel Partner’s, ho visto chiaramente gli effetti di un lavoro pensato, concertato e portato avanti, a volte anche per step, con una progettualità fortemente in sintonia con delle strategie di posizionamento, di comunicazione e gestionali.

Buon lavoro e buon divertimento

P.S. Sei in cerca di un testo che tratta in maniera semplice la gestione di una struttura ricettiva, lasciando ampio spazio al Revenue Management  ? Il mio suggerimento, del tutto disinteressato (:-) ) lo trovi clickando sul seguente link Profit Management Alberghiero 

Un altro testo che mi sento di consigliare, sempre con grande disinteresse,  e che tratta la gestione di un’attività ristorativa, approfondendo il tema del Revenue Management per la Ristorazione, è il seguente: Profit Management della Ristorazione